domenica 22 luglio 2007

identity

ogni tanto mi capita di guardare la mia immagine riflessa nello specchio per quella qunatità di tempo necessaria per l'astrazione. mi spiego meglio. avete presente cosa accade se si ripete la stessa parola un nuomero infinite di volte? ovviamente se ne perde il senso. questo mi accade quando mi specchio a lungo. accade che non riesco a riconoscere più a mia immagine e non sono poi così sicura di essere proprio io lì ed in quel momento. Il mio volto diventa solo un volto, i miei occhi solo occhi, le mie labbra solo generiche e anonime labbra. è come se per un po' io perdessi l'identità.
Ogni tanto penso che ciò accada perchè non sono abiutata a considerare la mia identità come singola ed autosufficiente.
Di solito relativizzo la mia essenza rapportandola costantemente ad altro. Alla necssità di riconoscermi parte di qualcosa, una cosa qualsiasi. Una toria, un gruppo, una famiglia, una condizione esterna, "meccanica", ma limitata e finita e variabile. Ogni tano perdo il senso della mia singola identità inidpendente. Ammiro le persone che riescono ad affermare loro stesse anche quando il modno intorno a loro cambia, anche quando i riferimenti certi che determinano un inidviduo non ci sono più. Il disorientamento aumenta vertiginosamente quando nella tua mente si creano aspettattive che assecondano la tua identità. Certe volte capita che l'identità si pieghi persino a delle aspettative, venendo a dipendere da qualcosa che nemmeno esiste. Il fatto che poi il più delle volte queste aspettative vengano disattese non fa che creare confusione e necessità di nuovi pilastri e riferiment attorno ai quali riconoscersi ed indentificarsi.
Tutto chiaro no?
riverisco.

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