pensiero strategico prima di tutto.
sono una delle classiche persone che, quando le viene offerta una mano, si prende tutto il braccio.
questo mi capita in tutte le circostanze. quella disperata voglia di avere tutto, e tutto insieme insomma.
ascolto in rainbows questi giorni. ci sono un paio di pezzi che mando volentieri in loop e che mu cullano durante i miei spostamenti ubrani. mi aggiro per la città e per i corridoi della metro come sotto anestesia. seguo il flusso. annego tra le persone che mi stanno intorno, che mi stanno addosso per il troppo poco spazio. la musica mi porta lontano, mi fa camminare a 2 metri dal pavimento. penso a come sia picccola la mia vita nell'economia di un mondo popolato da persone che hanno ruoli di gran lunga più decisivi del mio.
mi domando cosa è giusto. cosa invece è sbagliato.
mi domando soprattutto perchè mi aggrappo così disperatamente alla minima segnalazione di vicinanza o intesa con qualcuno.
e non mi basta mai quello che ho. ma questa è la piccolezza della natura umana. il suo limite più grande credo.
dentro me grandi movimenti dell'animo. grandi speranze. great expectations.
tra poco presentiamo un mio lavoro al boss. un lavoro di concetto, tutto mio. fatto tutto da me. sottile ansia. ma grandi soddisfazioni.
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